Granato

Il termine granato designa un gruppo di minerali nesosilicati, di cui alcuni in uso fin dall’età del bronzo come gemme; trovare granati nei gioielli degli antichi egiziani, greci e romani non è raro. Il nome “granato” deriva dal latino granatus (grano), con un probabile riferimento al malum granatum (melograno), pianta con semi rossi con forma e colore simili a quelli di alcuni cristalli di granato. E’ diffusa l’erronea credenza che il granato sia una pietra preziosa rossa: in realtà esso si presenta in una serie di colori che va dal viola, arancione, rosa, giallo, verde, marrone e nero all’incolore, sebbene con il termine generico “granato” ci si riferisca di solito alla varietà rossa piropo. Le varietà principali dei granati sono sei, raggruppate in due serie isomorfe: piralspite (piropo-almandino-spessartina) e ugrandite (uvarovite-grossularia-andradite). Indice I granati si presentano in vari colori tra cui il rosso, arancione, giallo, verde, rosa, viola, marrone, nero e blu, il più raro in natura. Vi sono anche diverse varietà di granati che cambiano colore al variare della luce a cui sono esposti (naturale o ad incandescenza). I granati possono avere una lucentezza che ne fa belle pietre preziose oppure essere opachi e quindi utilizzati a scopi industriali come agenti abrasivi. I granati sono nesosilicati con formula chimica generale X3Y2(SiO4)3. Il sito X è di solito occupato da un catione bivalente (Ca2+, Mg2+, Fe2+) e il sito Y da cationi trivalenti ((Al3+, Fe3+, Cr3+) in una struttura ottaedrica o tetraedrica. L’abito cristallino è prevalentemente dodecaedrico e trapezoedrico, e il sistema cristallino è cubico.

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