Durante il JCK Show di Las Vegas, il CEO di De Beers, Al Cook, ha annunciato uno storico cambio di rotta: dopo sei anni di sperimentazione, il gruppo interromperà la produzione di diamanti coltivati in laboratorio, commercializzati finora sotto il brand Lightbox Jewels. Un annuncio che sancisce la crisi definitiva di un segmento che aveva inizialmente suscitato interesse, ma che oggi sta rapidamente perdendo appeal tra i consumatori più attenti ed esigenti.
Torino Gioielli, fin dalla sua fondazione nel 1949, ha sempre rifiutato i diamanti coltivati in laboratorio, scegliendo di trattare esclusivamente diamanti naturali, certificati, etici e selezionati uno ad uno. Non si è mai trattato di una moda passeggera, ma di una decisione netta e coerente, basata su valori precisi: autenticità, bellezza naturale e durata eterna.
Diamanti coltivati in laboratorio: un esperimento fallito
Il progetto Lightbox, lanciato da De Beers nel 2018 per produrre e vendere diamanti coltivati in laboratorio, si era presentato come una soluzione moderna e accessibile. Tuttavia, la realtà del mercato ha preso presto il sopravvento: i prezzi si sono progressivamente abbassati, anche fino al -40% nel 2024, e il margine di profitto si è drasticamente assottigliato.
Questi diamanti sintetici, pur essendo chimicamente simili a quelli naturali, non hanno saputo conquistare la fiducia né dei gioiellieri né dei clienti. In particolare, nel segmento degli anelli di fidanzamento, il consumatore ha dimostrato di preferire la bellezza autentica e la rarità dei diamanti naturali.
Differenze tra il processo HPHT e il processo CVD nella formazione dei diamanti coltivati in laboratorio
I diamanti coltivati in laboratorio possono essere creati attraverso due tecnologie principali: HPHT (High Pressure High Temperature) e CVD (Chemical Vapour Deposition). Entrambi i metodi hanno l’obiettivo di replicare le condizioni necessarie per la formazione del diamante, ma lo fanno in modi profondamente diversi.
Il processo HPHT imita le condizioni geologiche naturali in cui si formano i diamanti nel mantello terrestre. Utilizzando una combinazione di altissima pressione e temperatura, atomi di carbonio vengono forzati a cristallizzarsi attorno a un piccolo seme di diamante. Il risultato è un diamante con forma tendenzialmente ottagonale o cubica, prodotto in tempi relativamente brevi (circa due settimane), ma con un maggior rischio di inclusioni metalliche, dovute alla presenza di catalizzatori impiegati nel processo.
Il processo CVD, invece, avviene a bassa pressione all’interno di una camera di crescita controllata, dove un gas contenente carbonio, come il metano, viene attivato da microonde o da plasma. Il carbonio si libera e si deposita lentamente su un sottile disco di diamante-seme, crescendo strato dopo strato in orizzontale, formando cristalli piatti. Questo metodo consente un maggiore controllo sulla purezza e sul colore del diamante, ma richiede più tempo rispetto all’HPHT.
Mentre l’HPHT riproduce l’ambiente naturale ad alta intensità, il CVD costruisce il diamante molecola per molecola in un ambiente più tecnologico e modulabile. Entrambi, però, producono pietre replicabili, prive dell’unicità e della rarità proprie dei diamanti naturali.
Perché i diamanti coltivati in laboratorio perdono valore
Produzione industriale e svalutazione rapida
I diamanti coltivati in laboratorio vengono creati artificialmente in poche settimane tramite tecnologia HPHT o CVD. Questa modalità produttiva rende teoricamente possibile una produzione illimitata, facendo crollare il concetto stesso di rarità. Il risultato? Una progressiva svalutazione che li rende inadatti sia come investimento sia come simbolo eterno.
Nessuna unicità, nessuna storia
A differenza dei diamanti naturali – formatisi miliardi di anni fa nelle profondità della Terra – i diamanti di laboratorio non possiedono alcuna storia, alcun mistero geologico, alcuna unicità. Sono replicabili, omologati, e destinati a perdere valore nel tempo.
Torino Gioielli ha sempre rifiutato i diamanti coltivati in laboratorio
Mentre molti brand hanno ceduto alla tentazione di trattare diamanti coltivati in laboratorio, Torino Gioielli ha scelto con fermezza di non farlo mai. Una filosofia chiara e coerente che affonda le radici in una storia familiare lunga tre generazioni. Alberto Ferrari, attuale titolare dell’azienda, ha ereditato questa visione dai suoi genitori e dai suoi nonni: nessuna pietra sintetica, mai. Oggi come allora, Torino Gioielli utilizza esclusivamente diamanti naturali, certificati IGI, selezionati per purezza, taglio e origine etica.
Ogni diamante certificato viene proposto sigillato nel blister ufficiale IGI, con tripla excellent, garantendo massima trasparenza e tracciabilità. “Su un gioiello di alta manifattura italiana è impensabile montare un diamante che non sia naturale” – sostiene Ferrari. Perché un vero gioiello nasce dalla Terra, non da una macchina. E deve essere degno di rappresentare un gesto, un amore, un’eredità
Differenze tra diamanti coltivati in laboratorio e diamanti naturali
Origine e tempo di formazione
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Diamanti naturali: si formano nel mantello terrestre in miliardi di anni.
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Diamanti coltivati in laboratorio: si creano in poche settimane in un reattore.
Valore e investimento
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I diamanti naturali seguono le quotazioni Rapaport e hanno un mercato secondario stabile.
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I diamanti coltivati in laboratorio perdono valore nel tempo e non sono considerati beni rifugio.
Certificazione e garanzie
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I diamanti naturali sono certificati IGI, GIA o HRD.
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I diamanti coltivati in laboratorio possono essere certificati, ma la loro tracciabilità e affidabilità sono inferiori.
De Beers cambia strategia e abbandona i diamanti coltivati in laboratorio
Dopo la decisione di interrompere la produzione per Lightbox, De Beers concentrerà le risorse nella creazione di diamanti sintetici per applicazioni industriali, trasferendo tutte le attività CVD in un’unica struttura a Portland (Oregon), da 94 milioni di dollari.
Nonostante ciò, Lightbox continuerà temporaneamente la vendita dei suoi prodotti, fino a esaurimento delle scorte. Ma non verranno più prodotti nuovi diamanti coltivati in laboratorio per il mercato della gioielleria.
Parallelamente, De Beers rilancia la sua vocazione originaria: diamanti naturali, miniere strategiche in Sudafrica e Botswana, e un nuovo flagship store a Parigi per De Beers Jewellers, brand di fascia alta che punta ora a una comunicazione più emozionale e autentica.
La scelta consapevole: perché evitare i diamanti coltivati in laboratorio
Chi cerca un diamante per sempre, un regalo d’amore, un investimento o un’eredità da tramandare, deve scegliere con consapevolezza.
I diamanti coltivati in laboratorio possono apparire simili a prima vista, ma sono prodotti in serie, replicabili, e sempre più svalutati. Non possiedono la magia geologica, la rarità naturale e l’unicità visibile sotto una lente esperta. Non saranno mai la pietra dell’eternità.
Conclusione: il vero lusso è ciò che non si può replicare
La fine dei diamanti coltivati in laboratorio per De Beers segna il ritorno a un mercato più autentico, più selettivo, più vicino al vero significato di lusso: la bellezza irripetibile della natura.
Torino Gioielli continua a essere il punto di riferimento per chi cerca solo diamanti naturali. Da tre generazioni, selezioniamo ogni pietra con cura maniacale, per offrire gioielli destinati a durare per sempre.
Mai un diamante coltivato in laboratorio. Sempre e solo autentica perfezione naturale.
Proposta di matrimonio: in Italia vince il diamante naturale
In Italia, quando si parla di proposta di matrimonio, la tradizione e il cuore non lasciano spazio a compromessi. Il diamante naturale è considerato l’unica scelta all’altezza di un momento così importante e irripetibile. Nell’immaginario collettivo, rappresenta la purezza, la forza e la durata dell’amore autentico: un simbolo millenario che non può essere sostituito da una pietra prodotta artificialmente.
Per questo, la preferenza degli italiani è pressoché unanime: quasi il 100% degli anelli di fidanzamento viene scelto con diamanti naturali, mentre i diamanti coltivati in laboratorio sono percepiti come privi di significato, standardizzati e inadeguati a rappresentare un legame profondo. Chi sceglie di inginocchiarsi con un anello, desidera offrire qualcosa di unico, eterno, irripetibile – e solo la natura, con la sua perfezione, può offrire un dono così prezioso.
Cosa sono i diamanti coltivati in laboratorio?
I diamanti coltivati in laboratorio sono pietre create artificialmente tramite processi tecnologici (HPHT o CVD), che replicano le condizioni di formazione dei diamanti naturali. Sembrano simili, ma non hanno la stessa origine geologica.
Perché De Beers ha smesso di produrre diamanti coltivati in laboratorio?
De Beers ha interrotto la produzione perché il mercato dei diamanti coltivati in laboratorio ha subito un forte calo di domanda, con crollo dei prezzi e margini ridotti. I clienti preferiscono sempre più i diamanti naturali.
Torino Gioielli vende diamanti coltivati in laboratorio?
No. Torino Gioielli, sin dalla sua fondazione nel 1949, ha sempre rifiutato di trattare diamanti coltivati in laboratorio. Propone esclusivamente diamanti naturali, certificati e selezionati con cura.
I diamanti coltivati in laboratorio hanno valore nel tempo?
No, tendono a svalutarsi rapidamente. Non sono rari, non sono un bene rifugio e non sono adatti come investimento o eredità.
Cosa rende un diamante naturale così speciale?
Il diamante naturale è unico, nato miliardi di anni fa nelle profondità della Terra. È raro, autentico e conserva il suo valore nel tempo. È il simbolo ideale per un amore eterno.