Come valutare un diamante

Un Diamante si valuta attraverso quattro diverse caratteristiche che si combinano in molti modi determinando il valore della gemma. Ecco a voi la “regola dell 4C” ( caratura, purezza, colore, taglio ).
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1) CARATI (Carats)

Come tutte le pietre preziose, il peso (e perciò la grandezza) di un diamante è espresso in carati. La parola carato ha origine come unità di peso naturale: i semi dell’albero del carrubo. I diamanti erano per tradizione pesati con questi semi, fino a quando il sistema fu unificato ed un carato fissato a 0,2 grammi (un quinto di grammo).
Un carato è diviso in 100 “punti”. Perciò un diamante di 25 punti pesa un quarto di carato, ovvero 0,25 carati.

2) PUREZZA (Clarity)

Quasi tutti i diamanti contengono minute tracce di  non cristallizzato, l’elemento dal quale sono stati originati. Molte non sono discernibili ad occhio nudo e hanno bisogno di essere ingrandite per diventare visibili. Sono chiamate inclusioni, e sono le impronte digitali naturali che fanno di ogni diamante un pezzo unico. In ogni caso, meno inclusioni ci sono, più rara è la gemma.
Purezza è il termine usato per indicare fino a quale grado il diamante acquistato è privo di tali imperfezioni.Vi sono tre principali sistemi di graduazione internazionali per classificare i diamanti: GIA, CIBJO e HRD. Un diamante privo di inclusioni sia all’interno che all’esterno è classificato fl “puro” dal sistema GIA; l’altro sistema usa il termine “puro alla lente” o “internamente puro”. Al di sotto di questo grado di classificazione i sistemi si equivalgono.

Ecco una scala su cui ci si basa per descrivere il livello di “imperfezioni” o “inclusioni”.

Di seguito viene riportata la terminologia unificata Confedorafi.

I livelli di purezza comprendono:

FL= Flawless. Nessuna inclusione interna o esterna di qualsiasi genere visibile a 10 ingrandimenti da un occhio esperto. È il livello massimo di purezza, corrispondente alle pietre più rare e costose.

IF= Internally Flawless. Nessuna inclusione interna visibile a 10 ingrandimenti da un occhio esperto, ma potrebbero esservi alcune piccolissime imperfezioni esterne nella finitura.

VVS-1= Very Very Small inclusion 1. Solitamente si tratta di un’unica piccolissima inclusione visibile a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto.

VVS-2= Very Very Small inclusion 2. Piccolissime inclusioni visibili a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto.

VS-1= Very Small Inclusion 1. Molto piccole inclusioni visibili 10 ingrandimenti.

VS-2= Very Small Inclusion 2. Diverse molto piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.

SI-1= Small Inclusions 1. Piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.

SI-2= Small Inclusions 2. Diverse piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti.

SI-3= Small Inclusions 3. Inclusioni visibili a occhio nudo solo da un osservatore esperto.

I-1= Included 1. Inclusioni visibili a occhio nudo.

I-2= Included 2. Molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo che diminuiscono la brillantezza.

I-3= Included 3. Molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo che diminuiscono la brillantezza e compromettono la struttura del diamante, rendendolo più fragile.

3) COLORE (Colour)

Qualche volta la gente è sorpresa nell’apprendere che i diamanti possono coprire l’intero spettro dei colori. La maggior parte delle gemme comunque appare appena tinta di giallo o marrone, ma ci sono anche i diamanti molto rari definiti incolori.
Altri ancora più rari sono in natura di colore ben definito e sono spesso denominati “fancies”, fantasia. Tali diamanti si trovano solo occasionalmente e maggiormente in tinte come verde, rosso, blu o ambra.

4) TAGLIO ( Cut)

Di tutte le quattro caratteristiche (4C), il taglio è quella più influenzata dall’uomo. Le altre sono dettate dalla natura. Il taglio del diamante influenza profondamente lo scintillio ed il fuoco, perciò è l’abilità del tagliatore che rivela la bellezza della gemma.

Il taglio è ciò che permette al diamante di sprigionare la massima quantità di luce.

1) In un diamante tagliato correttamente la luce viene riflessa dalle faccette del padiglione in modo che fuoriesca dalla parte superiore del diamante.

2) Se un diamante viene tagliato con un padiglione troppo profondo, una parte della luce si perde uscendo dalla parte opposta del padiglione stesso.

3) Se il padiglione è troppo piatto la luce esce prima che possa essere riflessa.

La precisione e la raffinatezza con cui viene tagliato un diamante determinano la sua brillantezza, il suo fuoco e la sua bellezza.
La forma scelta per il taglio viene determinata dal tagliatore in base ad un abile studio della forma del diamante grezzo.
Per l’acquirente è soltanto una questione di gusto individuale e la scelta è limitata solo dall’abilità e l’immaginazione del tagliatore.
Il taglio a brillante è la forma più conosciuta, ma esiste un’ampia varietà di altre forme che spazia dalle più tradizionali a marquise, goccia, smeraldo, ovale, baguette o cuore sono alle più fantasiose e creative.

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